Il farmaco ospedaliero più usato? Il sangue. Le trasfusioni di sangue interno sono infatti fondamentali nelle anemie croniche e in quelle temporanee causate da chemioterapie, da tumori del sangue o da insufficienze midollari, ma sono anche inevitabili in presenza di emorragie gravi e durante le procedure ostetriche, negli interventi chirurgici e in particolare nei trapianti d’organo. Ne abbiamo abbastanza in Italia? «Con più di due milioni di donazioni l’anno, l’Italia è oggi autosufficiente», mi ha spiegato Daniele Prati, ematologo e direttore del Centro trasfusionale del Policlinico di Milano.

E gli emoderivati?

«Questo non significa che la situazione sia uguale in tutto il Paese: regioni come la Lombardia hanno un numero di donazioni più che adeguato a coprire il fabbisogno locale mentre il sud dipende ancora in parte dalle donazioni di altre parti d’Italia». Tutto ciò vale per il sangue intero: caso diverso è quello degli emoderivati, cioè sostanze estratte quali il plasma e i suoi componenti come albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione, impiegati in caso di trombosi, patologie della coagulazione, e in alcune malattie autoimmuni e patologie del fegato: «Per questi prodotti il nostro Paese dipende ancora dall’estero».

Emofilia, occhio all’attività fisica

Si potrà produrre in laboratorio?

È da molto che si parla della possibilità di creare sangue artificiale, che consentirebbe di superare il problema della carenza di donazioni e delle incompatibilità dei gruppi sanguigni. Uno studio giapponese del 2019 aveva mostrato l’efficacia di un surrogato sintetico del sangue in grado di assolvere le sue due principali funzioni, cioè il trasporto e lo stoccaggio dell’ossigeno, grazie a una sorta di emoglobina sintetica capace di legarsi all’ossigeno. Inserita in una soluzione di plasma e nanoparticelle capaci di riprodurre la funzione delle piastrine, il fluido funzionava nel 60 per cento dei casi. «Al momento però produrre in laboratorio quantità adeguate di sangue e di suoi componenti appare ancora complesso e costoso, e dunque non applicabile alla pratica clinica», prosegue Prati.

Mieloma multiplo, le speranze

Donazione, atto d’amore

C’è quindi sempre bisogno di donazioni: per un ferito o un trapiantato possono occorrere ingenti quantità di sangue, mentre un neonato può essere salvato con una quantità contenuta in un cucchiaino da tè. A fornirlo sono persone che, senza alcun tornaconto pratico o economico, dedicano del tempo per regalare parte del loro. «Ogni tre secondi, da qualche parte nel mondo, una persona riceve il sangue di uno sconosciuto», scrive la giornalista Rose George in Breve storia del sangue (Codice edizioni), saggio che l’ha portata a toccare con mano la realtà dei centri, nel Regno Unito, dove avviene la donazione, lo stoccaggio, la lavorazione e la distribuzione di questo prezioso fluido. «A livello globale, 13.282 centri sparsi in 172 Paesi raccolgono 110 milioni di donazioni di sangue», aggiunge.

L’articolo completo su Airone, febbraio 2022