La campagna vaccinale anti-Covid ha dato priorità ai soggetti fragili, e tra questi spiccano i pazienti oncologici in terapia. Una recente ricerca condotta presso l’Ospedale Niguarda di Milano ha valutato la risposta immunitaria indotta dal vaccino proprio in questa particolare popolazione. SINFONIA-V, questo il nome dello studio, ha indagato l’immunogenicità della vaccinazione per SARS-CoV-2 in pazienti con tumore che stavano ricevendo una terapia oncologica.
Vaccini a mRNA in oncologia
«Gli studi sui vaccini in questa popolazione di pazienti erano mancanti», ha precisato il responsabile dell’Oncologia clinica molecolare dell’ospedale, Andrea Sartore Bianchi, che ha coordinato la ricerca. «Alcuni dati, su casistiche limitate, suggerivano che in questi pazienti la vaccinazione fosse sicura ma potesse avere un’efficacia inferiore». Per chiarire quest’ultimo aspetto, si è scelto di valutare la risposta anticorpale dopo due dosi di vaccino a mRNA in una popolazione omogenea di pazienti con tumori solidi non ematologici, tutti sottoposti a un trattamento antitumorale nel periodo in cui hanno ricevuto la vaccinazione. I risultati, disponibili sulla versione online di European Journal of Cancer, indicano come nei pazienti con tumore la presenza degli anticorpi anti-SARS-Cov-2 sia del 94 per cento.
Un 6 per cento non risponde
Una percentuale che è un segno inequivocabile dell’efficacia della vaccinazione, ma che allo stesso tempo evidenzia anche come nel 6 per cento di soggetti con tumore sottoposti a cure oncologiche non si sia realizzata la risposta anticorpale. In questi pazienti fragili, con maggiore morbilità e mortalità da Covid-19, è dunque importante porre un’attenzione particolare a sintomi che potrebbero sopraggiungere durante le cure oncologiche e al mantenimento delle misure di protezione raccomandate, quali le mascherine FFP2 e il distanziamento sociale.