Esiste un principio attivo, del tutto naturale, di cui si parla sempre di più anche in Italia, ormai presente in diversi integratori alimentari in vendita. Pare abbia potenzialità terapeutiche e di prevenzione decisamente incredibili: si tratta dell’ubichinolo, parente stretto del più noto coenzima Q10, o ubichinone, che abbiamo imparato a conoscere come integratore alimentare e come componente di prodotti per la pelle in vendita anche nei supermercati.
Ubichinolo vs coenzima Q10
L’integrazione di ubichinolo nella dieta, ancor più del coenzima Q10, ha applicazioni diverse: ad esempio oggi sappiamo che in combinazione all’assunzione di statine (i normali anticolesterolemici) consente di proteggere il cuore dei pazienti cardiopatici e con livelli di colesterolo anomali. Un recente studio, tutto italiano, va in questa direzione: condotto da ricercatori di diversi istituti italiani tra cui l’Università politecnica delle Marche e pubblicato quest’anno da Nutrients, ha mostrato come l’integrazione con ubichinolo già a 100 milligrammi al giorno è in grado di migliorare la funzionalità endoteliale e ridurre il rischio cardiovascolare in soggetti sani ipercolesterolemici. «Nello studio», spiega Luca Tiano, biochimico, ricercatore presso l’Università politecnica delle Marche e coautore della ricerca, «dimostriamo che, a differenza del coenzima Q10 convenzionale, l’ubichinolo ha un significativo effetto paragonabile a quello di un salutare moderato esercizio fisico».
Integratori, un mercato in crescita
L’ubichinolo funziona davvero?
Sulla base di numerose evidenze scientifiche l’ubichinolo mostra quindi di possedere qualità che lo rendono utile all’intero organismo, in diversi soggetti e in particolare nelle patologie legate all’invecchiamento in genere. Questa sostanza è infatti il risultato di processi biochimici con cui il nostro organismo converte il più noto coenzima Q10 (o ubichinone) per renderlo disponibile alle cellule.
A cosa serve?
Ad esempio ha mostrato di possedere azioni utili in vari ambiti:
Invecchiamento. È particolarmente consigliato nei soggetti oltre i quarant’anni. Potente antiossidante, l’ubichinolo protegge le cellule dai radicali liberi contrastando l’insorgere di patologie legate all’età. Oltre un centinaio di studi scientifici hanno dimostrato inoltre che integratori alimentari che lo contengono rafforzano negli anziani le prestazioni mentali e psichiche, ad esempio.
Mente e cervello. Riduce notevolmente lo stress ossidativo cerebrale: questo ha un impatto diretto sulla memoria e sulle prestazioni mentali, negli anziani quanto nei giovani. È stato dimostrato peraltro che l’assunzione del coenzima Q10 non ha lo stesso effetto benefico: a livello del sistema nervoso centrale è infatti particolarmente critico il suo passaggio attraverso la barriera ematoencefalica, al contrario dell’ubichinolo che è invece più biodisponibile ed efficace sul sistema nervoso.
Cuore. Il cuore è il muscolo con le più elevate concentrazioni di coenzima Q10. L’ubichinolo, la sua forma più utilizzabile, è un nutriente importante per quest’organo in particolare grazie alla sua capacità di eliminare l’eccesso di radicali liberi, vera minaccia per i tessuti cardiovascolari.
Sistema immunitario. Studi hanno dimostrato un effetto diretto contro la degenerazione del sistema immunitario, con la conseguente riduzione del rischio di infezioni virali e batteriche. Inoltre non dimentichiamo che un sistema immunitario più in forma garantisce una migliore risposta ai vaccini, anche nei più piccoli.
Fertilità. Studi hanno comprovato l’efficacia dell’ubichinolo nel trattamento dell’infertilità maschile: migliora infatti la qualità del liquido seminale e la motilità degli spermatozoi. Inoltre è dimostrata la sua efficacia anche nel processo di follicologenesi e su altri parametri della fertilità femminile.
Integratori: gravidanza e fertilità
Sport e attività fisica. L’ubichinolo è necessario in condizioni di aumentata richiesta di energia, come durante l’attività sportiva, allo scopo di supportare il metabolismo. Purtroppo però un’alimentazione normale ne fornisce solo una quantità limitata, e la sua carenza si manifesta sotto forma di stanchezza, dolori muscolari, tremori e crampi.