Uno studio uscito su Lancet e condotto in 199 istituti in tutto il mondo sotto il coordinamento italiano dell’Ospedale San Raffaele di Milano ha testato efficacia e sicurezza di upadacitinib, un nuovo farmaco orale che, secondo i risultati, è in grado di ridurre l’infiammazione intestinale attraverso l’inibizione di diversi processi biologici.
La rettocolite ulcerosa è una delle due malattie infiammatorie croniche intestinali, insieme alla malattia di Crohn. Caratterizzata da una eziopatogensi immunomediata che produce danni alla mucosa di colon e retto quali ulcere oltre a un incremento di rischio di cancro al colon, si manifesta con diarrea con sangue, dolori addominali e dimagrimento. L’entità del disturbo e il rischio di displasie può condurre alcuni pazienti a interventi chirurgici importanti quali la colectomia, ovvero l’asportazione di parte o di tutto il colon e il retto.
Crohn e colite ulcerosa? Misconosciute
Più bersagli insieme
Upadacitinib è un farmaco orale già noto per il trattamento di alcune patologie immunomediate come l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, la spondilite anchilosante e la dermatite atopica. In particolare, la sua azione consiste nel bloccare alcune citochine proinfiammatorie coinvolte nel processo di infiammazione intestinale. A differenza di altre molecole, però, upadacitinib è in grado di inibire più citochine allo stesso tempo e, così, di controllare meglio diverse vie dell’infiammazione.
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Una risposta ai pazienti già trattati
«Il nuovo farmaco», spiega Silvio Danese, primario di gastroenterologia ed endoscopia digestiva al San Raffaele, «è stato generalmente ben tollerato e la sua azione si è rivelata molto rapida: un numero statisticamente significativo di pazienti ha ottenuto una risposta clinica positiva, rispetto al placebo, già alla seconda settimana di trattamento».
Sulla base di questi risultati, il comitato per i medicinali a uso umano dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha rilasciato parere positivo per upadacitinib per il trattamento della rettocolite ulcerosa attiva da moderata a grave in pazienti adulti che hanno risposto in modo inadeguato, non hanno risposto o che sono intolleranti ad altre terapie convenzionali o ai farmaci biologici.