Il futuro della cura del cancro sarà sempre più all’insegna della radioterapia: se già oggi almeno il 40 per cento dei tumori viene curato e guarito grazie a questa terapia, l’aumento di incidenza di molte neoplasie e l’estensione delle indicazioni d’uso amplierà di almeno il 20 per cento la platea dei pazienti interessati. Il dato viene dall’evento Il futuro della radioterapia in Italia: se non ora quando?, organizzato lo scorso 16 novembre presso il Ministero della salute con il patrocinio di Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia).
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Elevati tassi di efficacia
La radioterapia è un trattamento non invasivo che utilizza radiazioni ionizzanti per distruggere le cellule tumorali, in molti casi sostituendo la chirurgia e i farmaci, con tassi di guarigione che superano anche l’80-90 per cento come nel caso del tumore della prostata. Outcome clinici significativi si registrano anche nel trattamento di tumori complessi come quelli di testa e collo, dei tumori pediatrici o dei pazienti oligometastatici, grazie alla possibilità di erogare dosi elevate di radiazioni con un’estrema accuratezza, salvaguardando così i tessuti sani.
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Difficoltà di accesso alla radioterapia
Purtroppo oggi migliaia di pazienti che necessitano di radioterapia non la ricevono a causa di apparecchiature inadeguate, sia numericamente sia per livello di avanzamento tecnologico, ma anche per una non corretta conoscenza del suo impiego. Il Sistema sanitario nazionale riuscirà a garantire agli oltre 200mila malati candidabili alla radioterapia, il 60 per cento del totale delle nuove diagnosi di tumore, le cure più appropriate? A oggi, in Italia, la dotazione di apparecchiature per radioterapia risulta ancora insufficiente: in media sette macchine per milione di abitanti. Inoltre è geograficamente disomogenea (sono penalizzate le regioni del Sud) e obsoleta, con il 45,5 per cento delle macchine con più di 10 anni di vita. Mancano inoltre i professionisti formati all’utilizzo delle macchine più moderne.
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Occorre un rinnovamento tecnologico
«La radioterapia, da sola o integrata con farmaci di ultima generazione, allunga la sopravvivenza dei pazienti e allevia i sintomi, migliorando la loro qualità di vita», spiega Vittorio Donato, presidente di Airo, Associazione italiana di radioterapia e oncologia clinica). «Ma per rispondere alla sua mission, la radioterapia necessita di un costante ammodernamento, con la sostituzione delle apparecchiature almeno ogni 10-12 anni». Del resto evidenze cliniche dimostrano che macchinari al passo con le attuali conoscenze scientifiche e capacità tecnologiche garantiscono prestazioni qualitativamente migliori, che si traducono in anni di vita per i pazienti e maggiore efficienza per il Sistema sanitario nazionale. «Non sprechiamo l’occasione del Piano nazionale ripresa e resilienza», conclude Donato, «per dotare finalmente il Paese di tecnologie all’avanguardia».