Quasi un paziente su due affetto da malattia renale cronica o da scompenso cardiaco soffre di carenza di ferro, che causa un peggioramento della qualità di vita e un aumento del rischio di ospedalizzazione e decesso per complicanze cardiovascolari. Eppure, nonostante l’alta prevalenza e le gravi conseguenze sulla salute, la carenza di ferro resta un problema trascurato e sotto diagnosticato. Senza sufficiente ferro a disposizione, il corpo non può funzionare correttamente: esso, infatti, è essenziale per la produzione dei globuli rossi e per assicurare una corretta attività cardiaca e muscolare. Il ferro, inoltre, svolge un ruolo fondamentale nel combattere le infezioni e nel mantenere i normali livelli di energia e la funzione cerebrale.
Meno diagnosi a causa del Covid
«Il Covid-19 ha avuto e continua ad avere un impatto significativo sull’accesso ai servizi sanitari e molti pazienti con sintomi riconducibili alla carenza di ferro sono sfuggiti alla diagnosi», ha spiegato Ewa Anita Jankowska, ordinaria di cardiologia alla Wroclaw Medical University (Polonia), in occasione della Giornata della carenza di ferro, tenutasi lo scorso 26 novembre e istituita nel 2015 dalla European Kidney Health Alliance, dall’Heart Failure Policy Network, dal Global Heart Hub e dalla Croí-West of Ireland Cardiac Foundation.
Sintomatologia e malattia renale
La carenza di ferro è però facilmente identificabile e curabile: per questo è fondamentale aumentare la conoscenza su questa condizione. Tuttavia, a causa dell’aspecificità dei sintomi, in molti casi non viene neppure sospettata. Affaticamento, mal di testa, fiato corto, pallore, fragilità di unghie e capelli, vulnerabilità alle infezioni, irritabilità, scarsa concentrazione sono i segnali più comuni. In presenza di insufficienza cardiaca la carenza marziale costituisce un problema molto serio perché interferisce con la produzione di energia muscolare che correla direttamente con i sintomi e la sopravvivenza del paziente, aumentando di oltre il 40 per cento il rischio di mortalità. Nei pazienti affetti da malattia renale cronica, invece, la gestione di una possibile anemia richiede una particolare attenzione in quanto si associa a maggior rischio cardiovascolare che aumenta con la progressiva perdita della funzionalità renale.
Integratori: gravidanza e fertilità
Rischio per la gravidanza
A richiedere una particolare attenzione sono anche le conseguenze della carenza di ferro sulla salute femminile, in particolare durante la gravidanza. Se importante e prolungato, il deficit marziale raddoppia il rischio di parto prematuro e triplica il rischio di basso peso alla nascita. Arrivare al termine della gestazione con riserve di ferro impoverite può inoltre essere pericoloso per la donna, se si considera che l’emorragia post-partum è la prima causa di mortalità e grave morbosità materna in Italia.