Come ogni anno anche questo 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale della salute mentale, appuntamento che vuole ricordare l’importanza della diagnosi e della terapia dei disturbi psichici troppo spesso messi in secondo piano rispetto alle patologie organiche – soprattutto nel corso di questa pandemia. Si stima che in Italia oltre 2 persone su 10 presentino un disturbo mentale grave o lieve/moderato. In particolare, a causa della pandemia, secondo la Società italiana di neuropsicofarmacologia sono almeno 150mila i nuovi casi stimati di depressione collegati alla perdita di lavoro generata dalla crisi economica.

Isolamento da Covid-19: e i depressi?

Interventi gratuiti per le donne

Ad alto rischio sono soprattutto le donne, più predisposte alla depressione e più colpite nell’ambito lavorativo dal Covid-19. «La pandemia ha portato a un aumento dei disturbi psichici, in particolare ansia, depressione, disturbi del sonno, panico ed effetti post-traumatici da stress», spiega Francesca Merzagora, presidente di Fondazione Onda, l’osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Questi disturbi impattano negativamente sulla qualità di vita, investendone tutti gli ambiti: personale, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo. «Per questo è importante intervenire il prima possibile: chiedere aiuto rappresenta il primo fondamentale passo per affrontare il problema». In questo contesto, in occasione della Giornata mondiale, Onda organizza dall’8 al 10 ottobre l’(H)-Open Weekend: l’evento coinvolge gli ospedali del network Bollini Rosa di tutto il territorio nazionale e i presidi dedicati alla salute mentale. Presso queste strutture saranno offerti gratuitamente servizi clinico-diagnostici e informativi per le donne che soffrono di ansia, depressione, schizofrenia, disturbi dell’umore e del sonno, psicosi e disturbi del comportamento alimentare.

Salute mentale: cresce la domanda

Tutte le psicopatologie sono curabili

Oggi i disturbi psichici sono curabili, ma non tutti guaribili: dove non sia ottenibile la remissione totale, possono essere adottati interventi efficaci in grado di ridurre l’intensità, la durata dei sintomi e le loro conseguenze. Occorre però che il pubblico ne sia consapevole, che non tema la figura dello psichiatra e che si affidi ai servizi territoriali e alle terapie erogate che, ricordiamolo, non sono solamente psicofarmacologiche ma anche psicoterapiche, occupazionali e di inserimento professionale e sociale.

Depressione e gravidanza

La fiducia verso la psichiatria deve partire anche dalla consapevolezza dei passi in avanti che sono stati fatti nel trattamento delle patologie psichiatriche più invalidanti, come la depressione in particolare nel sesso femminile. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità questa patologia è ad esempio la più comune morbilità associata alla gravidanza, colpendo più del 13 per cento delle gestanti. Un recente studio finanziato dalla Regione Lombardia si sta muovendo in questo senso: la ricerca si propone di identificare specifiche alterazioni biologiche presenti nelle donne affette da depressione durante il periodo della gravidanza e in donne ad alto rischio di sviluppare la patologia. L’obiettivo è anche quello di valutare se queste alterazioni sono presenti anche nei loro bambini: «Vogliamo inoltre capire», spiega Annamaria Cattaneo dell’Ospedale Fatebenefratelli di Brescia, coordinatrice dello studio, «se trattamenti farmacologici e non farmacologici possono avere un effetto preventivo nella modulazione di tali alterazioni biologiche».

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Psiche: impatto sul metabolismo

Peraltro Cattaneo è coordinatrice anche di un altro studio che riguarda proprio i bambini. Già da qualche tempo diversi paper hanno mostrato che gli eventi traumatici vissuti nell’infanzia sono in grado di aumentare il rischio di sviluppare diverse patologie nell’età adulta. Il gruppo di ricerca del Fatebenefratelli di Brescia ha anche evidenziato che chi è stato sottoposto a traumi infantili mostra livelli più alti di peptide C, un indicatore di secrezione di insulina endogena da parte delle cellule beta del pancreas, e di insulina. Tutto ciò, unito a eventi stressanti in età adulta, può rendere i soggetti più proni a sviluppare patologie cardiovascolari e metaboliche. Motivo in più, quindi, per proseguire un’attività di sensibilizzazione nei confronti della malattia mentale e del disagio psichico in senso lato.