Mai come ora siamo tutti un po’ stressati. Già le società occidentali sono tra le più colpite da disturbi d’ansia e dell’umore, poi con questo clima di incertezza e paura da pandemia le cose si fanno ancora più difficili. Così “stress” è ormai la parola d’ordine per ogni disturbo psicosomatico.

2,5 milioni
Italiani che hanno vissuto disturbi legati allo stress nel corso dei 12 mesi precedenti
(European Study on the Epidemiology of Mental Disorders, ESEMeD)

🇪🇺 Europa
🇺🇸 Usa
🇨🇦 Canada
Luoghi del mondo con maggiore prevalenza di disturbi da stress

Come funziona lo stress

Partiamo da un principio: lo stress, così come la paura, di per sé non è un male. Si tratta infatti di una reazione a uno stimolo che ci impone un’immediata risposta di difesa. Sentirsi in allarme di fronte a una minaccia reale è quindi normale: il problema è quando ci sentiamo sempre così. Quando ansia e stress acquisiscono carattere di cronicità, e quindi di risposta indiscriminata a qualsiasi condizione esterna, siamo di fronte a una condizione patologica. Ecco allora che esistono due forme di stress:

1. Lo stress buono: è quello che, in caso di emergenza, produce un’attivazione di tutte le risorse dell’individuo, fisiche e mentali, così da poter adottare comportamenti di difesa. È ciò che capitava ai nostri progenitori minacciati dai predatori, ma anche a noi quando siamo attivi e “carichi” per svolgere un compito importante, come una gara sportiva o un’attività intellettuale complessa. In questo caso si parla di eustress.

2. Lo stress cattivo: quando il pericolo non esiste (o è solo nella nostra mente) allora quella reazione di forte tensione e stress è del tutto inutile e causa solo danni costanti a corpo e psiche. In questo caso si parla di distress.

La donna senza paura

In entrambi i casi, inoltre, possiamo distinguere:
– lo stress acuto, quando lo stimolo si verifica una volta sola e ha una durata limitata;
– lo stress cronico, quando la fonte di stress permane nel tempo. Quest’ultimo è sempre cattivo: dura a lungo, investe diverse sfere della vita e costituisce un ostacolo al perseguimento dei nostri obiettivi.

Le donne ne soffrono di più

Da una revisione di studi su questi temi, condotta all’università di Cambridge (Regno Unito), è emerso che per le donne il rischio di soffrire di disturbi connessi allo stress è doppio rispetto agli uomini. Perché? Per tre ragioni:
1. Le fluttuazioni ormonali che caratterizzano la vita delle donne in età fertile possono incrementare questi disturbi;
2. La gravidanza: i picchi di estrogeno e progesterone possono ulteriormente incidere;
3. La tendenza alla ruminazione, ovvero l’attivazione di pensieri continui e quasi ossessivi su situazioni spiacevoli, è più frequente nelle donne e causa stress.

L’ansia, disturbo moderno e… in rosa

Cosa dà vita allo stress cronico?

Lo stress è un fenomeno molto frequente nelle società moderne, soprattutto in quelle occidentali e nelle grandi città. I motivi? Sono società incentrate sui confronti sociali, che spesso causano disagio e stress, e molto mentali: svogliamo sempre meno lavori pratici, e così la nostra mente tende a lavorare troppo, rimuginando continuamente su noi stessi, sul nostro passato e sul futuro. Inoltre la vita moderna ci richiede il “multitasking”, ovvero la capacità di svolgere più attività contemporaneamente, il che è di per sé causa di stress e agitazione.

Chi sono i soggetti più predisposti?

Esistono anche diversi fattori individuali che aprono le porte allo stress:
1. Fattori congeniti. Alcuni studi hanno rilevato che spesso i soggetti con disturbi psicologici connessi a stress e ad agitazione hanno almeno un familiare che vive condizioni analoghe. Inoltre sono più soggette a stress le persone dotate di ridotta capacità di adattamento agli stimoli esterni;
2. Fattori biologici. Lo stress potrebbe essere legato anche ad alterazioni della quantità di alcuni neurotrasmettitori. Fattore di rischio è anche l’assumere sostanze come alcol e droghe, che tendono a peggiorare la capacità di rispondere allo stress.
3. Fattori psicologici. Conflitti interiori, magari nati già durante l’infanzia, potrebbero da adulti spingerci a mettere in atto meccanismi di difesa che poi generano disagio psichico, agitazione e stress. Discorso analogo per i soggetti che hanno vissuto esperienze traumatiche come gravi patologie nel passato e che sono stati esposti a lungo a una fonte di stress intenso.