Oggi le malattie renali sono un problema globale, anche se poco noto: nel loro complesso colpiscono 850 milioni di persone in tutto il pianeta, mentre in Italia lo studio Carhes, condotto su 7552 nostri connazionali tra il 2008 e il 2012, mostrava come l’insufficienza renale colpisse un 7 per cento di italiani. Se non trattata, questa condizione può portare alla dialisi con costi enormi per il nostro sistema sanitario. «Nei media si parla molto di celiachia, patologia che colpisce l’1 per cento della popolazione», mi ha spiegato nel corso di un’intervista Francesco Trevisani, nefrologo e ricercatore dell’Istituto di ricerca urologica presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, «mentre si dice pochissimo dei pazienti affetti da insufficienza renale, condizione che riguarda più del 10 per cento».
Quando i reni smettono di funzionare
La scelta mediterranea
Eppure il primo passo per la prevenzione delle malattie renali è semplice: curare l’alimentazione. Certo, renderci conto di un malfunzionamento dei nostri reni non è sempre immediato: i sintomi di una malattia renale cronica sono spesso silenti. D’altro canto, però, sappiamo benissimo chi sono i soggetti a rischio di svilupparla: ipertesi, diabetici, pazienti affetti da calcoli e tumori renali, da alcune malattie urologiche e soprattutto obesi. Chi ricade in queste categorie dovrebbe quindi giocare d’anticipo con un’alimentazione sana che prevenga l’eccesso di peso: «Il legame tra cibo e reni è forte ma spesso trattato in modo superficiale», prosegue Trevisani.
L’alimentazione che trasforma il dna
Insieme alla nutrizionista Arianna Bettiga, da tre anni Trevisani coordina al San Raffaele il progetto di ricerca internazionale Re.Me.Diet dedicato all’alimentazione per la salute dei reni: «Vuole dimostrare come una corretta alimentazione, e in particolare la dieta mediterranea, possa avere un impatto nella prevenzione e nella terapia di molte malattie renali». Più nello specifico, lo studio sta mostrando come questo regime alimentare possa addirittura modificare l’espressione dei nostri geni e di quelli delle future tre generazioni: alcuni alimenti, in pratica, sarebbero in grado di “rimodellare” il nostro dna proteggendoci da diverse patologie renali. «L’obiettivo futuro», prosegue il medico, «sarà quello di creare diete personalizzate per tutelare specificamente la salute renale».
Danni per generazioni
Lo studio si concluderà il prossimo anno, tuttavia la dieta mediterranea già ora ha dimostrato di possedere proprietà ottime anche per i reni: «Le modifiche al dna indotte da questa alimentazione sono già rilevabili negli esperimenti condotti su animali», continua il nefrologo. Del resto sappiamo già che sono oltre 400 i geni alterati da un’alimentazione sregolata, geni che peraltro non sono alla base dei soli danni renali: anche le funzioni cerebrali, il ritmo sonno-veglia e la produzione di insulina si alternano conseguentemente ai danni genetici.