Sono oltre 20 milioni gli italiani che dichiarano di praticare sport: il dato viene dall’Istat, che lo scorso anno ha pubblicato i risultati di un’indagine su dati 2015 secondo la quale tra gli sport più praticati ci sono ginnastica e fitness seguiti a breve distanza da calcio e sport acquatici. Tuttavia un’altra inchiesta condotta da Doxa per conto di Dompé ha rilevato che nonostante il 48 per cento degli intervistati si sia imbattuto in infortuni praticando sport solo il 36 per cento vi presta attenzione. «La progressione dei carichi è determinante», mi ha detto Stefano Vercelli, vicepresidente della Società italiana di fisioterapia. In altre parole, andiamo per gradi specie se fino all’altro giorno abbiamo condotto una vita sedentaria. «Purtroppo molti neofiti non si avvalgono di istruttori». Così contratture, stiramenti e traumatismi muscolari sono inevitabili e, spesso, non trattati.

Traumi da sport, quali?

Sempre secondo l’indagine Doxa, il 61 per cento dice di aver sofferto di contratture ma che non saprebbe distinguerle da crampi, strappi e contusioni. I problemi muscolari da attività fisica possono essere acuti o da sovraccarico, che insorgono cioè in modo più lento: «Al primo gruppo appartengono contusioni e strappi muscolari, al secondo contratture e crampi», prosegue Vercelli. Se i primi sono prodotti da scontri o cadute durante lo sport, i secondi sono meccanismi di risposta a sforzi prolungati: «Possono prodursi di conseguenza a movimenti ripetuti, a una tecnica scadente o all’uso di strumenti che trasmettono vibrazioni come la racchetta da tennis o la mazza da golf». In alcuni sono legati a difetti anatomici come la scoliosi, ma nella maggior parte dei casi il problema è solo la scarsa preparazione fisica.

Come distinguerli?

In crampi e contratture il dolore regredisce in genere spontaneamente, quando invece prosegue per giorni il medico può ipotizzare uno strappo. In ogni caso terapie strumentali oggi molto diffuse tra gli sportivi, come la tecar, sono utili: «Devono però aggiungersi alle mani del fisioterapista e all’esercizio terapeutico che questo prescrive al paziente», precisa Vercelli. «Se usate da sole non sono sufficienti». Quando il dolore muscolare da trauma è intenso possiamo aiutarci con l’automedicazione, ma sempre dopo aver sentito il medico. Su questo tema la Federazione medico sportiva italiana ha recentemente indicato le corrette procedure per il benessere dell’atleta suggerendo ai medici tipologie e dosaggi dei farmaci più utili, come il paracetamolo e l’ibuprofene.

punto esclamativoPrima regola: riscaldamento. Può comportare una breve attività aerobica a di non più di 15 minuti con esercizi a corpo libero delle articolazioni più interessate dall’attività sportiva. E lo stretching? Meglio non farlo prima di fare sport: dovrebbe invece essere inserito nella preparazione settimanale per mantenere flessibili ed elastici muscoli e tendini. La sensazione percepita deve essere quella di sentire tirare, ma senza arrivare al dolore.

L’articolo completo su Class, gennaio 2019