Un nodulo tiroideo – di cui ho scritto in un pezzo uscito su Salute alimentare e corretto stile di vita (inserto di Sette, Corriere della sera) – è costituito da un piccolo ammasso di cellule alla base del collo. In genere si tratta di formazioni benigne, tuttavia il loro andamento va sempre monitorato nel tempo per poter intervenire anche con la sua asportazione. I sintomi del nodulo tiroideo consistono soprattutto nella tachicardia, nel nervosismo e nell’agitazione, problemi dovuti a un’eccessiva secrezione ormonale. Per prima cosa si avverte un gonfiore nella regione del collo nella quale è presente la tiroide e a tutto ciò si aggiunge un senso di compressione sull’esofago. A volte, specialmente nel caso di noduli maligni, si presenta una certa difficoltà nella deglutizione e non mancano la raucedine e la tosse determinate dalla compressione della faringe.
Quali tipologie di noduli
Teniamo presente che ci può essere un nodulo tiroideo caldo e uno freddo: la differenza consiste nella “vitalità” della formazione cellulare. Se l’ammasso cellulare caldo produce ormoni tiroidei, quello freddo non funziona. Il riscontro di un nodulo all’interno della tiroide è molto frequente, soprattutto nel sesso femminile e con l’avanzare dell’età. La diffusione dell’ecografia come mezzo diagnostico strumentale e la frequente esecuzione di esami per lo studio delle carotidi (ecocolordoppler carotideo) aumentano oggi il riscontro occasionale di patologia nodulare della tiroide.
Tendenza in crescita, perché?
La grande maggioranza dei noduli tiroidei non sono delle neoplasie maligne e non determinano alterazioni funzionali della funzione tiroidea tuttavia i tumori tiroidei sono in aumento e secondo dati epidemiologici recenti dal 2015 il carcinoma alla tiroide diventerà, nei Paesi economicamente più sviluppati, il secondo tumore più frequente nelle donne dopo quello del seno. Uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Jama fornisce informazioni molto tranquillizzanti: la maggioranza dei noduli benigni e asintomatici tenuti sotto controllo per cinque anni si dimostra alla fine non pericolosa, le loro dimensioni non aumentano (semmai diminuiscono) e le diagnosi di cancro sono rare.