Le malattie infiammatorie della pelle sono condizioni immunomediate la cui eziopatogenesi è multifattoriale: concorrono infatti fattori genetici e ambientali. Tra questi ultimi nel corso degli ultimi anni si è dato molto peso anche all’alimentazione. Ma qual è il ruolo dei nutrienti nello sviluppo e nel decorso di queste patologie dermatologiche? Un recente studio italiano pubblicato da Nutrients ha fatto il punto grazie a una metanalisi che ha coinvolto 45 studi internazionali. Nonostante l’interesse clinico e dei pazienti su questo tema, ancora oggi infatti molti punti restano poco chiari: se infatti è certo che l’alimentazione può avere un potenziale ruolo nell’evoluzione di queste patologie, non è ancora chiaro come i singoli nutrienti possano influenzare la progressione di malattia o addirittura concorrere a scatenarla. Ecco alcuni punti che emergono dalla metanalisi a riguardo delle principali malattie infiammatorie cutanee.
1. Psoriasi e obesità
Multifattoriale, questa patologia sembra essere promossa da fattori esterni che, in soggetti geneticamente predisposti, attivano uno stato infiammatorio mediato da citochine quali il fattore di necrosi tumorale alfa (Tnf-α) e le interleuchine 23 e 17. Di certo è noto che l’obesità è un fattore di rischio a causa dell’infiammazione promossa dal grasso viscerare.
Perché la “fat acceptance” è una follia
2. Dermatite atopica: no alle diete
Non esistono dati univoci sul beneficio dell’eliminazione di alcuni alimenti trigger o sull’utilità di diete restrittive in gravidanza con lo scopo di prevenire la patologia nel nascituro. Nonostante ciò, restrizioni nutrizionali autoimposte sono molto praticate dai pazienti e dai genitori di bambini con questa patologia.
3. Idrosadenite suppurativa
Studi hanno riportato l’impatto di latticini e zuccheri nel determinare un peggioramento della sintomatologia, laddove invece il consumo di frutta, verdura, carne bianca e pesce sembra migliorarla. Ciò sarebbe legato a un più elevato contenuto, in questi ultimi, di micronutrienti quali zinco e vitamina B12.
4. La vitiligine e la fenilalanina
La depigmentazione causa delle macchie chiare che caratterizzano la malattia può essere ridotta con l’assunzione di fenilalanina, aminoacido contenuto nella maggior parte delle proteine animali e vegetali, in combinazione con trattamenti a base di UvA. Discorso analogo per l’implementazione di zinco in combinazione con corticosteroidi, che gioca un ruolo importante nella melanogenesi.
Vitiligine, non solo un problema estetico
5. Alopecia areata e vitamina D
Per questa patologia è stata proposta l’integrazione di vitamina D, nutriente che peraltro avrebbe anche un ruolo nel ciclo di vita del capello: recenti studi hanno evidenziato come i pazienti con questa patologia che causa la perdita di peli e capelli mostrino livelli di vitamina D sensibilmente più bassi rispetto ai soggetti sani.
Vitamina D: serve davvero integrarla?
6. Acne, probiotici e Omega-3
Sono stati indagati gli effetti positivi dei probiotici sul microbiota intestinale e sulla pelle, accanto a quelli degli acidi grassi Omega-3.
Pelle, il ruolo del microbiota
7. Rosacea e disbiosi intestinale
Sintomi gastrointestinali in pazienti con rosacea possono indicare una disbiosi intestinale, trattando la quale anche i sintomi dermatologici tendono a regredire.
L’articolo completo su Dermakos, marzo 2023