In Italia due anziani su tre assumono ogni giorno almeno cinque farmaci con diversi principi attivi e uno su quattro (oltre 3,5 milioni di persone) ne utilizza addirittura 10. Il fenomeno delle politerapie è in aumento parallelamente all’invecchiamento della popolazione: oggi in Italia gli over 65 sono oltre 14 milioni. Conta anche l’incremento della cronicità e la compresenza di più malattie nello stesso soggetto, fenomeno che interessa il 75 per cento degli over 60 e la quasi totalità degli ultra ottantenni.

Anziani: la mappa della fragilità

Il rischio delle politerapie

L’impiego di più principi attivi insieme è un tema rilevante: può comportare infatti problemi di aderenza al trattamento, confusione tra i diversi farmaci da assumere, rischio di eventi avversi o di ridotta efficacia della terapia dovuta a interazioni tra farmaci. Se ne è parlato al recente Congresso nazionale Società italiana di gerontologia e geriatria, tenutosi a Roma il 2 dicembre e giunto alla sua sessantasettesima edizione. Su questo tema Italia Longeva, Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva del Ministero della salute, ha realizzato insieme alla Sigg il video tutorial Anziani e farmaci: 10 regole per la corretta assunzione. Impostato sotto forma di decalogo e rivolto a pazienti e caregiver, si propone di essere un aiuto nella gestione quotidiana delle terapie.

Anziani, dolore cronico in crescita

Le regole principali

«È bene tenere una lista aggiornata dei farmaci in uso, assicurandosi che il medico sia sempre al corrente di tutte le terapie assunte», spiega Graziano Onder, professore di Scienze geriatriche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. A volte alcuni farmaci possono essere superflui: «In alcuni casi può infatti bastare variare la dieta o aumentare l’esercizio fisico per ridurre il numero di farmaci», prosegue. Le terapie vanno assunte come indicato dal medico: non vanno interrotte senza avergliene parlato. «È importante attenersi sempre alle indicazioni del medico anche per evitare possibili interazioni tra farmaci e tra farmaci e cibo», aggiunge Francesco Landi, presidente della Sigg. Infine, può essere utile coinvolgere un familiare quale supporto per ricordare gli orari e le modalità di assunzione dei farmaci, specie se il paziente ha difficoltà di memoria e rischia pertanto errori di assunzione.

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