Spesso le gambe pesanti sono più che un problema transitorio: l’insufficienza venosa cronica agli arti inferiori può impattare negativamente la qualità di vita, come ha spiegato alcuni anni fa uno studio pubblicato dalla rivista Vascular. Alterazione della circolazione degli arti inferiori dovuta a un difetto nel funzionamento delle valvole delle vene, l’insufficienza venosa cronica è causa di un ritorno di sangue verso i piedi quando siamo in posizione eretta. Se inizialmente la condizione non provoca disturbi gravi, con il tempo può dar luogo a caviglie gonfie, un arrossamento sintomo di infiammazione e dolore alle gambe e alle caviglie. Nei casi più gravi, se la malattia non viene trattata, si formano lividi alle gambe e vere e proprie ulcere.

Insufficienza venosa, cosa fare?

Le persone più colpite sono quelle che svolgono attività lavorative pesanti che le obbligano a stare in piedi a lungo, ma anche chi è sovrappeso o obeso. Disturbo diffuso in tutto l’Occidente, l’insufficienza venosa cronica agli arti inferiori si può presentare a tutte le età anche se alcuni momenti della vita sono più critici: ad esempio pubertà, gravidanza e menopausa, a causa delle modificazioni ormonali. Prima di intraprendere una terapia, che può comprendere anche l’uso di integratori a base di flavonoidi in grado di stabilizzare le pareti venose, occorre correggere i fattori di rischio. Prima regola: camminare molto, almeno mezz’ora tutti i giorni. In questo modo le regolari contrazioni dei muscoli aiuteranno il ritorno del sangue. Del resto è lo stesso studio di Vascular ad aver dimostrato un incremento della qualità di vita dei pazienti che svolgono attività regolare almeno due volte la settimana. Importante per le donne, poi, l’uso di scarpe non troppo strette e con tacchi bassi, meglio se con calze elastiche a compressione graduata. Evitiamo inoltre bagni troppo caldi e ricordiamoci di porre un sostegno sotto i piedi mentre dormiamo per facilitare il ritorno del sangue.