1. Starnuti… sessuali
Starnutite spesso? Smettetela di pensare al sesso! I ricercatori del John Radcliffe Hospital di Oxford (Regno Unito) hanno infatti scoperto una curiosa sindrome che porta chi ne è affetto (sia uomini che donne) a starnutire in modo incontrollabile ogni volta che pensa al sesso. Secondo Mahmood Bhutta, che ha coordinato lo studio, si tratterebbe di un riflesso dovuto a una sorta di corto circuito cerebrale in alcune aree del sistema nervoso autonomo. Nella maggioranza dei casi, invece, lo starnuto è un’incontrollabile emissione d’aria attraverso bocca e naso che serve a espellere gli agenti patogeni. La potenza di uno starnuto è elevatissima: l’aria è emessa a una velocità di circa 300 chilometri orari e può trasportare le goccioline di muco fino a 3 metri di distanza. Un consiglio? Starnutire sempre con un fazzoletto davanti al naso per ridurre il contagio. Mai, invece, trattenersi.
2. Farmaci nasali
Il naso umano è un capolavoro dell’anatomia. «In pochi centimetri», mi ha spiegato Ruben Oddenino, presidente dell’Associazione europea di chirurgia estetica, «racchiude numerose strutture: c’è una parte ossea, ci sono le cartilagini alari, le cartilagini del setto, le cartilagini triangolari». Senza dimenticare le strutture necessarie alla percezione degli odori, come la mucosa dove specifici recettori catturano le sostanze odorose e inviano gli stimoli al cervello. Questo rivestimento interno è particolarmente ricettivo, tanto che può essere utilizzato per somministrare farmaci spray. Così i principi attivi entrano in circolo rapidamente, dai 3 ai 5 minuti.
3. Sangue da naso, che fare?
Meglio non piegare la testa all’indietro. Naso e bocca sono infatti collegati dal cosiddetto canale pterigopalatino, attraverso il quale il sangue può scorrere arrivando in gola. Meglio quindi tenere la testa dritta e premere la narice sanguinante per qualche minuto, magari con un panno freddo sulla fronte. Ma perché succede? L’epistassi è dovuta alla rottura dei microscopici vasi che tappezzano la cavità nasale. «I bambini hanno spesso sangue da naso perché hanno le varici, vene superficiali della mucosa, molto fragili», mi ha detto Matteo Richichi, direttore della Divisione otorinolaringoiatrica presso il Fatebenefratelli di Milano. «Così un’esposizione al sole prolungata o un banale trauma le fa sanguinare». In certi casi però l’epistassi può essere segno di patologie più gravi, come la carenza di vitamine C e K oppure alcune forme tumorali.
4. Manutenzione nasale
Soffiarsi il naso? Un’ottima abitudine da insegnare ai bambini sin da piccoli. Il ristagno di muco infatti può provocare infezioni che col tempo possono degenerare. Il punto è farlo secondo galateo (e igiene). Ovvero: voltarsi dall’altra parte ed evitare di abbandonare i fazzoletti ovunque. Il raffreddore, la più comune patologia al mondo, si contrae facilmente: la probabilità può toccare il 94 per cento. resto con oltre 250 virus diversi che lo causano, non è difficile prendersi un raffreddore almeno un paio di volte l’anno. Un’abbondanza che spiega perché, nel corso dell’evoluzione, non ci siamo immunizzati da questo fastidioso disturbo. Pare infatti che il 2 per cento della popolazione ne sia portatore. Tanto che durante le epidemie viene infettati fino all’80 per cento dei bambini.
5. Respira con la bocca chiusa!
Ce lo dicevano sempre da bambini. Un buon consiglio? «La respirazione nasale è essenziale solo nelle prime settimane di vita, quando il neonato non è ancora in grado di respirare con la bocca», spiega Richichi. «Successivamente la respirazione nasale è sostituibile con quella orale, che però alla lunga può essere deleteria. Il naso infatti serve a portare a temperatura, umidità e purezza ottimali l’aria che respiriamo, rendendola adatta al sistema respiratorio».