I giovani italiani sono sempre più disinibiti nel vivere la sessualità e fluidi nel loro orientamento sessuale, come rileva il recente rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani. A fronte di questo però sono disattenti: lo si nota nel rapporto con la protezione dalle malattie a trasmissione sessuale. L’indagine 2019 dell’Osservatorio Giovani e sessualità del portale Skuola.net, svolta in collaborazione con Durex e con l’Università di Firenze e condotta su 10.507 ragazzi dagli 11 anni in su, mostra da un lato che i primi rapporti coincidono anche con il primo utilizzo del preservativo ma che solo il 52 per cento degli intervistati continua a usarlo anche dopo. Dati simili vengono dal Censis: il 63,3 per cento degli intervistati ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali completi non protetti. «Per i giovani l’attenzione alla prevenzione delle malattie è separata dal piacere», mi ha detto Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica. Un po’ come se per potersi abbandonare al sesso fosse necessario dimenticare i rischi: «Questo deve spingerci a investire in educazione alla sessualità e in informazione».
Gravidanza? Quanta disattenzione
Inoltre i ragazzi non pensano alle gravidanze indesiderate. Curiose le giustificazioni, sempre secondo i dati Censis: quelle più frequenti per il mancato uso di anticoncezionali vanno dal “non ne avevamo a disposizione uno”, nel 22,5 per cento dei casi, al “non pensavamo ci fossero possibilità di gravidanze”, 17,9 per cento. Del resto sulla fertilità i ragazzi sanno ben poco. Ma non solo loro: da uno studio nazionale sul tema della contraccezione condotto dal Ministero della salute tra aprile 2016 e ottobre 2018 emerge come solo il 5 per cento del campione degli intervistati tra i 18 e i 49 anni sia consapevole che le possibilità biologiche per una donna di avere figli iniziano a ridursi già dopo i trent’anni.
L’articolo completo su Airone, luglio 2019