Qual è il Paese con il maggior numero di mamme alla prima gravidanza dopo i quarant’anni? Ovviamente è l’Italia. Il nostro Paese vede da diversi anni una crescita dell’età media a cui le donne arrivano al primo figlio. Persino la media generale della prima cicogna (31 anni e 3 mesi) è un primato europeo condiviso dalle italiane solo con le irlandesi. Le condizioni economiche e l’instabilità del lavoro non sono certo le uniche ragioni. Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica del San Raffaele di Milano, ne ha individuate altre in Mamma a 40 anni (Giunti Demetra), volume scritto a quattro mani con la giornalista Valeria Cudini: ad esempio una maturità psicologica raggiunta tardivamente oppure una stabilità affettiva trovata dopo diverse relazioni non andate a buon fine.

10 regole per mamme 40enni

Ecco le dieci regole che ogni mamma quarantenne dovrebbe tenere a mente prima di partire.
1. Nonostante la vita media si sia allungata di oltre trent’anni, la stagione della fertilità femminile è rimasta la stessa di cento e mille anni fa: a 30 anni subisce il primo colpo, a 35 il secondo e dopo i quarant’anni nella maggioranza delle donne è ormai quasi esaurita.
2. Chiedete a mamma, nonne e sorelle maggiori a quale età sono andate in menopausa spontanea. La menopausa precoce ha una forte componente genetica e tende anzi ad anticipare rispetto alle generazioni precedenti: se la mamma l’ha avuta a 38 anni, la figlia potrebbe averla già a 35 e quindi iniziare a ridursi anche prima dei trent’anni.
3. Non si è mai troppo giovani per andare in menopausa: forme spontanee o prodotte da cure mediche come gli interventi per cisti ovariche o endometriosi, la chemio e la radioterapia possono comparire anche in donne giovanissime, di vent’anni o meno.
4. Attenzione se il ciclo è diventato irregolare: prima di “regolarizzarlo” con la pillola è indispensabile capire perché questo accade. Utile valutare la “riserva ovarica”, cioè la capacità dell’ovaio di produrre ovociti. Il valore più affidabile è l’Amh (ormone anti-mulleriano): più è basso più la fertilità è ridotta.
5. Se l’Amh è basso ma siete single oppure per il momento non potete o volete avere un figlio, dopo la valutazione specialistica potreste proteggere la vostra fertilità ricorrendo alla crioconservazione degli ovociti: prelevati e congelati, saranno disponibili e vitali per circa dieci anni. Il metodo non dà certezza di concepimento ma comunque un’ottima chance in più.
6. Scegliete stili di vita sani: quelli inadeguati riducono la fertilità. Se una donna fuma 10-20 sigarette al giorno dall’adolescenza a trent’anni avrà l’ovaio di una quarantenne, con ridotte possibilità di concepimento anche tramite fecondazione medicalmente assistita. Non solo: il fumo anticipa l’età della menopausa di circa due anni.
7. Usate sempre il profilattico per ridurre il rischio di malattie sessualmente trasmesse che possono colpire l’endometrio (endometrite), le tube (salpingite, occlusione tubarica), il peritoneo (peritonite, malattia infiammatoria pelvica, dolore pelvico cronico).
8. Cercate di restare in peso forma: il tessuto adiposo produce sostanze infiammatorie: più si è infiammate, meno si è fertili.
9. Fate annualmente una visita ginecologica con ecografia transvaginale e pap-test per un checkup periodico della vostra salute e fertilità.
10. Importante essere in forma fisica e mentale: almeno tre mesi prima di concepire, fate una visita pre-concezionale insieme al vostro partner. Il medico potrebbe suggerirvi di assumere acido folico e altre vitamine e oligoelementi utili a ridurre il rischio di malformazioni, ma anche per curare malattie che potrebbero ridurre la fertilità o pregiudicare il decorso della gravidanza.

punto esclamativoAttenzione al ferro. «Durante la gestazione la richiesta di ferro aumenta da 0,8 milligrammi al giorno nelle prime 10 settimane a 7,5 nelle ultime 10», dice Alessandra Graziottin. Le linee guida del Ministero della salute spiegano che le donne in gravidanza dovrebbero essere incoraggiate a consumare alimenti ricchi come carne magra, pesce, pollame, frutta a guscio e cereali. Anche altre condizioni possono provocare anemia da carenza di ferro: un ridotto assorbimento intestinale dovuto a celiachia, intolleranza al lattosio o a sindrome dell’intestino irritabile.