Secondo l’International Diabetes Federation, nel 2019 circa 463 milioni di adulti convivevano con il diabete e si prevede che questo numero salirà a 700 milioni entro il 2045. Parliamo di una patologia ad alto impatto sociale che, date le molteplici cause e le svariate complicanze in diversi distretti dell’organismo, non è più possibile affrontare con l’impegno di un solo specialista.

Diabete e rischio cardiovascolare

Approccio multidisciplinare

Gli esperti spiegano infatti come stia diventando impellente la necessità di un approccio e di una presa in carico multidisciplinari: «Il diabete è una condizione cronica che richiede una gestione permanente e, a livello globale, la sua prevalenza pone sfide significative ai sistemi sanitari», ha spiegato Paola Muti, direttore scientifico del gruppo MultiMedica e direttore del Dipartimento di scienze biomediche, chirurgiche e odontoiatriche dell’Università degli Studi di Milano a margine dell’evento Update on Diabetes and Cardiovascular Disease, tenutosi a gennaio a Milano.

Perché la “fat acceptance”​ è una follia

Le complicanze cardiovascolari

La patologia contribuisce ad aumentare il rischio cardiovascolare con complicanze macrovascolari a carico di cuore e cervello e microvascolari a carico di rene, occhi e nervi: curare il diabete significa pertanto prevenire infarto del miocardio, ictus cerebrale e insufficienza renale. Inoltre il diabete è fortemente legato a un’altra patologia cronica in crescita nei Paesi occidentali: l’obesità.

Diabete e occhio, manca prevenzione

L’impatto clinico e sociale

Ricordiamo in fatti che questa condizione, insieme a diabete, tumori e malattie cardiovascolari, è tra le prime cause di morte per malattia nel mondo occidentale: «In particolare le malattie cardiovascolari sono tra le complicanze più frequenti del diabete», puntualizza Antonio Ceriello, presidente del Diabetes and cardiovascular disease study group dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd). «I recenti progressi nella diagnosi precoce di tali complicanze e le nuove terapie di cui disponiamo ci forniscono strumenti molto importanti per la lotta alle malattie cardiovascolari». Del resto va tenuto presente che le principali complicanze del diabete hanno un impatto non solamente sulla qualità di vita dei pazienti ma anche sulle comunità, comportando in oltre il 75 per cento dei casi un ricovero ospedaliero.

Diabete e cuore, nuovi dati

Novità farmacologiche

Gli SGLT-2 inibitori e i GLP-1 agonisti rappresentano due nuove interessanti opzioni terapeutiche: dei primi si stanno esplorando le potenzialità neuroprotettive mentre i secondi, già impiegati nel diabete, sembrano avere un ruolo importante anche nell’obesità riducendo il rischio di eventi cardiovascolari. Ma non è tutto: tra la metà del 2024 e il 2025 saranno disponibili anche nuove insuline reingegnerizzate che sarà possibile assumere una volta alla settimana invece che giornalmente, con un vantaggio per il paziente in termini di aderenza terapeutica e dunque riducendo l’impatto psicosociale della malattia.