Aumenta il numero di bambini nati con la procreazione medicalmente assistita, almeno fino a prima della pandemia. Nel 2019 avevano infatti superato quota 14mila, cioè il 3,4 per cento del totale. I dati vengono dalla relazione del Ministro della salute al Parlamento sullo stato di attuazione della Legge 40/2004, che illustra come, rispetto al 2018, il numero dei nati sia cresciuto passando da 14.139 a 14.162. In crescita anche i cicli effettuati e il numero delle coppie trattate. Nel 2020, invece, a causa della pandemia da Covid-19 l’attività di procreazione medicalmente assistita ha subito un forte rallentamento: la stima, in base a una specifica survey pubblicata in appendice alla relazione, è di 1500 nati in meno nel solo primo quadrimestre del 2020 rispetto al 2019.

Fertilità, mancano informazioni

I centri più attivi in Italia

Una recente indagine del portale Doveecomemicuro.it, basata su dati dell’Istituto superiore di sanità, ha poi fatto il punto sulle strutture attive in Italia che nel 2019 erano 329, concentrate maggiormente in cinque regioni: Lombardia, Campania, Veneto, Lazio e Sicilia. Al primo posto per numero di cicli di Icsi (IntraCytoplasmic Sperm Injection, ossia iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo) e Fivet (Fertilizzazione in vitro) c’è l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) a cui seguono, in ordine, gli Istituti Clinici Zucchi di Monza, parte del Gruppo San Donato, il Centro Demetra di Firenze e al quarto il Policlinico di Milano.

Come scegliere il proprio centro

Ma come orientarsi nella scelta del centro? «Per comprendere quali garanzie offre un centro di procreazione medicalmente assistita non basta considerare solo il numero di cicli effettuati in un anno», spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità pubblica e membro del Comitato scientifico del portale Doveecomemicuro.it. Se questo parametro è valido per la chirurgia, in cui è nota una correlazione diretta tra volume di interventi eseguiti in un anno e migliori esiti, in questo caso occorre tener conto anche di altri fattori: «Ad esempio i volumi annuali di procedure di crioconservazione di ovociti e di embrioni», conclude Azzolini.