Arriva la bella stagione e aumentano i fastidi intimi: bruciori che possono essere segno di infezioni delle vie urinarie. Questi disturbi sono estremamente diffusi tra le donne, come noto: «Interessano il sesso femminile nel 40-60 per cento dei casi e la forma più diffusa è rappresentata dalla cistite, che colpisce la vescica», mi ha spiegato Pierpaolo Curti, direttore dell’Unità operativa complessa di urologia presso la Aulss Scaligera di Verona e membro della Società italiana di urologia. «Si stima infatti che circa la metà delle donne nel corso della propria vita avrà esperienza di almeno un episodio».

La primavera e le donne

Ma perché proprio con i primi caldi si fanno più frequenti? «Con l’aumentare delle temperature», prosegue Curti, «cresce la sudorazione e quindi la perdita di liquidi. Se questa non viene riequilibrata, viene prodotta una quantità di urina ridotte. Questo fa sì che la vescica si riempia più lentamente e quindi le urine vi stazionino più del dovuto, anche quattro o cinque ore, prima di generare lo stimolo a urinare». Così però anche modeste quantità di germi hanno il tempo di moltiplicarsi fino a raggiungere una carica tale da generare cistiti sintomatiche. «Ovviamente lo stesso vale anche in tutti i casi in cui, per varie ragioni, tendiamo a trattenere molto le urine». Mantenere un abbondante introito di liquidi è quindi fondamentale: beviamo molto e assumiamo cibi ricchi di acqua, come frutta e verdura.

Attenzione alle infezioni intestinali

Caldo o freddo, dobbiamo comunque tenere presente che le cistiti in particolare sono spesso causate da un batterio intestinale, l’Escherichia Coli, che risale fino alla vescica attraverso l’uretra. Questa “migrazione” è più frequente nelle donne, nelle quali l’uretra è particolarmente corta e gli organi genitali sono più vicini all’ano. In ogni caso l’incidenza della cistite, nelle donne, aumenta con l’età: è molto bassa prima della pubertà mentre sale con la maturità e ancor di più dopo la menopausa.

Quanto conta l’attività sessuale

Durante la vita sessualmente attiva l’elevata incidenza ha però a che fare anche con i rapporti: «L’uretra, il canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno, nella donna è di soli tre centimetri e pertanto i germi che sono presenti nella zona genitale possono risalire facilmente agevolati proprio dall’attività sessuale», prosegue Curti. Anche l’uso di contraccettivi orali o spermicidi, che riducono la funzione di barriera della mucosa vaginale, possono contribuire alla comparsa di queste infezioni. «Inoltre esistono germi strettamente legati alla trasmissione per via sessuale, come la Chlamydia, l’Ureaplasma o la Neisseria gonorrhoeae, che colonizzano prevalentemente l’uretra causando uretriti».