Scarpe da ginnastica, mascherina e via. Non sarà una soluzione, ma certo la corsa è un modo per risollevarci l’umore di questi tempi difficili. Se infatti l’impatto benefico dell’esercizio fisico sull’organismo è ben noto, meno lo è l’effetto rigenerante di una camminata veloce sulla mente. «C’è chi nella corsa trova sfogo a tensioni, stress e perfino rabbia accumulata e c’è invece chi assapora la calma, il relax, la libertà e magari il piacere di essere solo con se stesso». A spiegarmelo è stato qualche anno fa, in tempi non sospetti, lo psicologo Umberto Longoni, docente della Società italiana di medicina psicosomatica e autore di I sette passi della corsa (FrancoAngeli). «Non a caso psichiatri e psicologi consigliano spesso ai pazienti di correre o di dedicarsi a lunghe passeggiate». Discorso simile quando lo stress ci rende difficile “staccare la spina” da pensieri e preoccupazioni: «La corsa aiuta a non pensare ai problemi grazie al senso di libertà e spensieratezza che ispira ma anche perché la ripetitiva cadenza dei passi ci trasportano in una dimensione mentale quasi di trance ipnotica». E poi correre allena la tenacia, la costanza e la fedeltà agli obiettivi: «Chi oggi corre per un’ora senza eccessivo sforzo ricorda le iniziali difficoltà quando, dopo dieci minuti, si sentiva stremato: la consapevolezza di avere superato con successo momenti di scoraggiamento lo inorgogliscono». E così aumenta l’autostima e migliora il rapporto con il proprio corpo.
Un cervello sano, correndo
Inoltre correre stimola la produzione di endorfine, le sostanze del benessere che provocano un generale miglioramento dello stato d’animo. «La contrazione muscolare libera grandi quantità di neurotrofine che agiscono sul cervello, rendendolo più resistente ai processi di invecchiamento cerebrale e meno incline all’insorgenza di malattie neurodegenerative», mi ha raccontato Stefano Farioli Vecchioli, ricercatore del Cnr che si è occupato dei benefici della corsa sull’organismo e sulla psiche e sul sistema nervoso. A questo proposito è interessante uno studio del 2016 pubblicato da ricercatori dell’Università di Ottawa (Canada) su Cell Reports. Nella ricerca gli autori descrissero il Vgf, un mediatore chimico, la cui produzione è stimolata dalla corsa, in grado di riparare negli animali alcune forme di danno cerebrale. Questa molecola aiuta a ripristinare il rivestimento protettivo delle fibre nervose: per questo la ricerca potrebbe essere utile a sviluppare nuove terapie per malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla.