Ancora oggi l’asma è una patologia in gran parte sottovalutata. Poche persone sanno ad esempio che per una fetta di pazienti questa condizione che toglie il respiro può presentarsi in una forma grave. In pratica, una malattia in cui improvvise perdite di capacità respiratoria arrivano senza preavviso imponendo l’uso di terapie cortisoniche di emergenza o addirittura di recarsi in pronto soccorso. Patologia infiammatoria cronica delle vie respiratorie, l’asma grave si stima colpisca dal 3,5 al 10 per cento circa della popolazione con asma con sintomi persistenti che spesso sono anche difficili da controllare.

Impatto sulla qualità di vita

L’asma grave ha purtroppo un impatto considerevole sulla qualità di vita dei pazienti: secondo una ricerca condotta da Doxa Pharma, e presentata nel corso di un webinar organizzato da Sanofi lo scorso 17 giugno, il 96 per cento degli intervistati ritiene che la patologia condizioni in maniera importante la propria quotidianità, limitando soprattutto in ambito lavorativo e nella vita sociale. Ad esempio il 69 per cento afferma di dover rinunciare allo sport almeno una volta al mese. Ovviamente tutto ciò si accompagna a sentimenti di frustrazione e depressione in metà degli intervistati. L’asma grave compromette la sfera delle relazioni sociali: secondo i dati della stessa indagine la patologia è considerata principalmente come una fonte di stress nel 59 per cento dei casi e dunque motivazione per cui un paziente su due sceglie di non frequentare luoghi affollati.

Conseguenze interpersonali

Non solo: circa il 42 per cento dei pazienti intervistati ha dichiarato di sentirsi più insicuro e meno autonomo e circa il 40 per cento ha sottolineato come la malattia impatti anche nella sfera relazionale e sentimentale, facendo accrescere la percezione di essere meno attraenti e riducendo la fiducia in se stessi. Le possibilità di fare esperienze sociali nuove in molti casi sono precluse per ragioni di sicurezza e, talvolta, anche per un timore eccessivo di incorrere in una crisi respiratoria. Purtroppo queste occasioni sociali non spaventano il paziente soltanto per la propria salute, ma anche per il conseguente imbarazzo che potrebbero generare nei confronti degli altri in caso di violente crisi respiratorie. Così, però, la patologia si trasforma in un pericoloso circolo vizioso.

Arrivano gli anticorpi monoclonali

Fortunatamente però i progressi della ricerca scientifica sull’asma hanno consentito di arrivare ad alcuni punti fermi. Oggi è noto ad esempio che alla base dell’infiammazione causa della patologia – definita di tipo 2 – vi è l’azione di alcune specifiche citochine: i farmaci che agiscono su di esse sono dunque in grado di ridurre l’infiammazione e quindi di controllare l’asma grave. Da pochi anni è disponibile anche in Italia un nuovo farmaco che segue questa linea di ricerca: si tratta di un anticorpo monoclonale in grado di controllare la patologia in termini di riduzione delle riacutizzazioni, di miglioramento della funzione polmonare e della qualità di vita.