Tre milioni: a tanto aumenta il numero di decessi avvenuti nel 2016 a causa dell’alcol. Il dato viene dal Global status report on alcohol and health pubblicato nel 2018 dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui questa sostanza ha prodotto il 5,3 per cento di tutti decessi e ha portato a un 5,1 per cento di anni di vita persi a causa di malattie, disabilità o morte prematura a essa correlabili. Il problema è anche sociale, oltre che di salute pubblica: «Quasi sempre liti, aggressioni e fenomeni di devianza sociale sono accompagnati dall’abuso di alcol», mi ha spiegato Valerio Rosso, psichiatra e autore del blog valeriorosso.com e dell’omonimo canale YouTube. «Quasi sempre l’alcol è presente in condizioni di disagio psicosociale e di dipendenze: un cocainomane è quasi sempre anche alcolista».

Alcol, più pericoloso dell’eroina

Non a caso uno studio pubblicato nel 2010 da David J. Nutt del Dipartimento di neuropsicofarmacologia della Facoltà di medicina dell’Imperial College of London mostrò come sostanze da abuso come crack ed eroina sono tra le più pericolose per l’individuo mentre l’alcol è tra le più pericolose per gli altri, in termini di incidenti e comportamenti devianti. Considerata però la pericolosità globale, Nutt e colleghi spiegavano come è proprio l’alcol a raggiungere i valori più elevati in assoluto – valori persino superiori a quelli toccati da droghe di cui si parla molto di più e in termini più negativi.

Si beve meno, ci si sballa di più

Le conseguenze sul sistema nervoso

L’alcol, scientificamente noto come etanolo, causa danni diretti alle cellule di molti organi, ma nell’elencarli quasi sempre ci si limita sempre a fegato, apparto gastrointestinale e cardiocircolatorio. Meno note sono invece le gravissime conseguenze sul sistema nervoso centrale. L’alcol è infatti prima di tutto neurotossico: «I danni sono di due forme», persegue Rosso. «Da un lato la sostanza agisce sulla neurotrasmissione legandosi a specifici recettori con conseguente sedazione».

Psiche e differenze di genere

Ancora meno noti sono poi i danni psichici: «In particolare l’alcol può scatenare disturbi dell’umore, come episodi depressivi o forme di ansia e panico, tutte condizioni che possono perdurare per molto tempo», prosegue Rosso. «Più rari, ma non da escludere, i sintomi psicotici come quelli tipici, ad esempio, del delirium tremens, il più noto disturbo da astinenza di alcol». Certamente alcuni soggetti sono più a rischio di altri: se è vero che gli uomini restano ancora i maggiori bevitori (il report Global status report on alcohol and health illustra come nel 2016 più di tre quarti dei decessi alcol-correlati si fosse verificato tra i maschi), sono le donne a essere biologicamente più vulnerabili agli effetti dell’etanolo.

L’articolo completo su Salute in famiglia, 8/2020