«Ho toccato punti di felicità inimmaginabile». La voce è quella di Claudio Pelizzeni, che commenta le immagini tratte da una nuova webseries autoprodotta e firmata da Nicoletta Atzeni. La regista ha messo in video una storia che sarebbe stata un film anche senza telecamera: un trentaduenne direttore di banca che un giorno del 2014 butta via giacca, cravatta, lamette da barba e un contratto a tempo indeterminato per visitare, zaino in spalla, 44 Paesi in mille giorni. Sempre senza aereo. Con un però: Claudio, che ho intervistato sul numero di novembre di Business&Med, soffre di diabete 1 da quando ha 9 anni. Così quelle 12 Miles to Happiness (“12 miglia per la felicità”) che danno il titolo alla serie sono ancora più complesse da percorrere: «Richiamano la distanza dall’orizzonte, in costante mutamento durante il viaggio», mi ha detto. «Per me sono come la felicità: la puoi sfiorare, ma mai agguantare». È anche il diabete a insegnarti ad accettare le difficoltà. In quei mille giorni si è organizzato benissimo: buche nel deserto per conservare le scorte di insulina, amici che lo hanno rifornito durante il viaggio di dosi, l’aiuto a Mendoza, in Argentina, richiesto a un’associazione di diabetici. «Il viaggio porta a galla lo spirito di adattamento», assicura. Un insegnamento per chi convive con una malattia cronica, che spesso condiziona: «Devo dire grazie ai miei genitori che non hanno mai riversato su di me le loro ansie. Nei gruppi Facebook dedicati al diabete 1 leggo commenti aberranti da parte di mamme e papà ansiosi: mi chiedo come possano crescere questi ragazzi».

Si può convivere

Convivere con il diabete è ormai relativamente semplice grazie alla tecnologia, da tempo risorsa irrinunciabile per il suo monitoraggio. Già oggi app, algoritmi e dispositivi possono aiutare i pazienti a gestire più efficacemente la malattia. Ma se i giovani come Claudio sanno muoversi agevolmente tra software e device, per i più anziani la complessità cresce. Ma invece i diabetologi, che dimestichezza hanno con queste tecnologie? Per fare il punto sul versante medico della digitalizzazione delle cure, l’Associazione medici diabetologi ha lanciato il progetto formativo La digitalizzazione in diabetologia: attualità e prospettive. Quattro gli appuntamenti organizzati fino a febbraio: Caserta, Acireale (Catania), Roma e Milano. Partendo da un sondaggio sulle abitudini digitali dei 200 medici partecipanti, l’obiettivo degli incontri è quello di aiutarli a individuare gli strumenti più indicati per ciascun paziente tra glucometri, microinfusori e applicazioni per il controllo remoto. «Occorre inoltre», precisa Vincenzo Guardasole del Federico II di Napoli, «far comprendere ai colleghi come la svolta digitale sia imprescindibile vista l’evoluzione organizzativa che porterà ogni diabetologo a dover seguire anche più di cento pazienti, prevalentemente a distanza».