L’isolamento sociale è una delle conseguenze più gravi della perdita di udito, problema che costa 750 miliardi di dollari l’anno secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Il dato è stato presentato in occasione della Giornata mondiale dell’udito, lo scorso marzo. Il calo dell’udito oggi riguarda anche molti adolescenti che, come ha spiegato una ricerca dell’Università di San Paolo (Brasile) pubblicata da Scientific Reports, sempre più spesso lamentano acufeni (ronzii), i principali campanelli d’allarme della perdita di udito. Sul banco degli imputati, spiega l’Oms, ci sono in particolare gli auricolari usati per ascoltare musica: «A differenza delle cuffie, questi escludono il rumore esterno sigillando il canale auricolare con una conseguente compressione dei suoni», mi ha spiegato Umberto Barillari, titolare della cattedra di Audiologia e foniatria presso l’Università della Campania L.Vanvitelli di Napoli.

La regola 60-60

Contano però anche volume e durata dell’ascolto: «I lettori mp3 sono in grado di produrre suoni fino a 120 decibel di intensità, pari a quella di un aereo in fase di decollo. Tuttavia ascoltare suoni superiori ai 100 decibel alla lunga può causare perdita di udito temporanea o permanente». Il problema è noto, ma si fa poco: secondo una ricerca condotta dallo stesso Barillari, il 70 per cento dei giovani tra i 13 e i 28 anni è solito ascoltare musica in cuffia ad alto volume. «Inoltre circa l’80 per cento è consapevole dei rischi di questa cattiva abitudine, ma non prende precauzioni». Eppure, secondo gli esperti, oggi più di 6 casi su 10 potrebbero essere evitati con la prevenzione. Oltre a preferire le cuffie sarebbe utile seguire la regola del 60-60: ascoltiamo la musica a non più di 60 decibel per un massimo di 60 minuti.

Come si diventa sordi?

I danni permanenti si verificano in genere nell’arco di cinque anni: «L’ipoacusia riscontrata è generalmente bilaterale e riguarda inizialmente i toni acuti ma con il tempo può progredire intaccando anche la sensibilità ai toni più bassi», dice Barillari. Il danno si manifesta generalmente a livello della coclea, la struttura più profonda dell’orecchio, mentre livelli altissimi di intensità possono persino causare una lacerazione del timpano, ad esempio in caso di esplosioni per effetto della massa d’aria in movimento, o un danno della catena degli ossicini che trasmette gli impulsi all’orecchio interno.

L’articolo completo su Diva e Donna, 23 maggio 2017