Nell’ultimo anno gli italiani hanno trascurato la prevenzione del melanoma, il più aggressivo fra i tumori della pelle, rinviando o annullando molte visite di controllo e accertamenti. Sono infatti 7 su 10 i nostri connazionali che hanno cambiato atteggiamento nei confronti della salute a seguito dell’emergenza sanitaria, il 52 per cento quelli che hanno deciso di rimandare qualche visita clinica e quasi l’80 per cento degli intervistati non ha ritenuto così importante fissare una visita per la mappatura dei nei. Un fenomeno preoccupante considerando che il melanoma è il tumore per cui negli ultimi anni si è registrato il maggior incremento nelle diagnosi, più 20 per cento rispetto al 2019, e che la prevenzione è lo strumento principale per sconfiggere questa malattia.

Torniamo a fare la mappatura dei nei

I dati vengono dalla seconda edizione dell’osservatorio Gli Italiani e il melanoma, indagine condotta da Doxapharma e promossa da Novartis per indagare le abitudini di prevenzione. L’indagine ha preso in esame, nel corso del mese di marzo 2021, un campione rappresentativo della popolazione italiana costituito da 1002 individui di entrambi i sessi e di età dai 25-65 anni residenti in tutto il territorio nazionale. Altro dato preoccupante che emerge è la scarsa attenzione anche allo screening dei nei: il 43 per cento degli Italiani dichiara di non averlo mai fatto. «Non è più tempo di rimandare, occorre rimettere la prevenzione al centro della nostra pratica clinica», ha detto Ketty Peris, direttore dell’Unità operativa di dermatologia al Policlinico Gemelli di Roma. «Le persone a rischio di sviluppare un melanoma sono quelle con pelle chiara e occhi verdi o celesti, molti nei, e familiarità per melanoma». Sono questi i pazienti che devono sottoporsi a controlli clinici più regolari, anche se il controllo dei nei dovrebbe diventare una sana abitudine per tutti.

Mutazioni genetiche e terapie target

Se diagnosticato nelle sue prime fasi, infatti, il melanoma può spesso avere una prognosi favorevole e richiedere la sola asportazione chirurgica.  Diventa invece più complessa la sua gestione quando la diagnosi avviene in fase più avanzata, nonostante le opzioni terapeutiche siano aumentate e migliorate rispetto a qualche anno fa. Fondamentale per completare una corretta diagnosi è inoltre la determinazione di mutazioni geniche come quella di BRAF che è presente in circa la metà dei pazienti affetti da melanoma e che può essere cruciale per la scelta di una delle nuove terapie mirate disponibili che hanno rivoluzionato la gestione della malattia.