Ancora oggi l’asma è una patologia in gran parte sottovalutata. Poche persone sanno ad esempio che per una fetta di pazienti questa condizione che toglie il respiro può presentarsi in una forma grave. In pratica, una malattia in cui improvvise perdite di capacità respiratoria arrivano senza preavviso imponendo l’uso di terapie cortisoniche di emergenza o addirittura di recarsi in pronto soccorso. Patologia infiammatoria cronica delle vie respiratorie, l’asma grave si stima colpisca dal 3,5 al 10 per cento circa della popolazione con asma con sintomi persistenti che spesso sono anche difficili da controllare. «Molte persone che soffrono di asma grave tendono a sottovalutare la propria patologia», ha spiegato Francesca Puggioni, vicedirettore della Medicina personalizzata asma e allergologia presso l’Humanitas Research Hospital di Rozzano (Milano), in occasione di un recente webinar organizzato da Sanofi. «Spesso intervengono con cicli di corticosteroidi che non solo non controllano l’infiammazione, ma spesso producono seri effetti collaterali». Così di conseguenza a queste terapie scorrette si verificano numerose riacutizzazioni sempre più frequenti, con il rischio di riduzione permanente della funzione polmonare.

Nuove linee di ricerca…

Fortunatamente però i progressi della ricerca scientifica sull’asma hanno consentito di arrivare ad alcuni punti fermi. Ad esempio si è scoperto come, nel 50-70 per cento dei casi, alla base delle forme gravi vi sia un’infiammazione definita di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a fattori scatenanti quali allergeni, virus o batteri, capace di determinare la forte gravità e la persistenza dei sintomi. Si è inoltre compreso che la stessa infiammazione di tipo 2 è la causa sottostante di altre patologie che spesso coesistono nel paziente con asma grave, come la dermatite atopica, la poliposi nasale, la rinite allergica e l’esofagite eosinofila. Tutte condizioni che, naturalmente, aggravano ulteriormente il quadro clinico.

…e nuovi farmaci

Ci sono novità importanti anche dalla ricerca farmacologica: «Poter controllare questa infiammazione grazie a nuove terapie mirate», continua Puggioni, «consente di controllare anche tutte le forme di asma grave oggi conosciute». Inoltre poter agire su questi meccanismi immunologici comuni anche ad altre patologie infiammatorie associate potrà in futuro permettere un miglioramento clinico su tutti i fronti. La ricerca congiunta di Sanofi e Regeneron Pharmaceuticals Inc. ha portato allo sviluppo di dupilumab, un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce la segnalazione dell’interleuchina 4 e dell’interleuchina 13 (IL-4 e IL-13). I dati dagli studi clinici di dupilumab hanno mostrato che IL-4 e IL-13 sono due proteine chiave nel guidare l’infiammazione di tipo 2, che svolge un ruolo centrale non solo nell’asma grave, ma anche in altre patologie atopiche che spesso si presentano insieme in uno stesso soggetto, come dermatite atopica, rinosinusite cronica con poliposi nasale, esofagite eosinofila e rinite allergica.

Le indicazioni approvate

In Italia dupilumab è stato ammesso a rimborsabilità dal Sistema sanitario da settembre 2018 per il trattamento di pazienti adulti con dermatite atopica da moderata a grave, candidati alla terapia sistemica, ricevendo da parte dell’Agenzia italiana del farmaco il riconoscimento di farmaco innovativo. A oggi dupilumab è stato studiato in oltre 8.000 pazienti inseriti in 40 diversi studi clinici per varie patologie croniche scatenate da un’infiammazione di tipo 2. In aggiunta alle indicazioni approvate, Sanofi e Regeneron stanno studiando dupilumab in una vasta gamma di programmi di sviluppo clinico in patologie mediate da un’infiammazione di tipo 2, allergica o di altra origine, tra cui l’asma nei bambini, la dermatite atopica pediatrica, l’esofagite eosinofila, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, il pemfigoide bolloso, il prurigo nodularis, l’orticaria cronica spontanea e le allergie alimentari e ambientali.