L’allergia “alla polvere” è forse tra le più note al pubblico, in particolare in questo periodo dell’anno. Fastidi alla gola, starnuti, occhi che si arrossano e naso che cola non sono dovuti, in chi è sensibilizzato a questo tipo di allergia, alla polvere in sé quanto invece al celebre acaro della polvere (Dermatophagoides pteronyssinus). Microscopico organismo che si nutre principalmente di pelle morta, l’acaro prolifera in ambienti in cui la polvere si raccoglie – specie se umidi. Il problema si fa sentire spesso in primavera perché è in particolare tra aprile e maggio che da sempre si registra uno dei due picchi annuali di proliferazione, in concomitanza tra l’altro con le fastidiosissime allergie ai pollini. Il secondo picco, ancora più intenso, si registra invece nel periodo autunnale (tra ottobre e novembre).
Tantissime le persone colpite
L’allergia agli acari non è per nulla rara: vari studi condotti in tutta Europa mostrano un’incidenza importante. Ad esempio uno studio tedesco ha individuato una prevalenza del 15,9 per cento di allergici su una popolazione campione di circa 7mila soggetti di età compresa tra i 18 e i 79 anni. Ricerche condotte in Italia hanno dato risultati simili, dimostrando tra l’altro come gli acari siano responsabili del 50 per cento circa delle reazioni allergiche.
Rivolgiamoci all’allergologo
Lontani parenti dei ragni, gli acari sono in grado di scatenare reazioni per mezzo delle particelle fecali che liberano nell’ambiente. Il maggiore fastidio prodotto è la rinite allergica, in grado di influenzare in modo molto negativo la qualità della vita. Naso chiuso, prurito nasale e starnuti possono causare ad esempio difficoltà a dormire, risvegli frequenti, russamento e apnee. Per questo è importante non ignorare questi sintomi, evitando l’automedicazione e rivolgendosi a un allergologo per individuare i rimedi migliori. Dopo aver raccolto l’anamnesi, il medico eseguirà un prick test per confermare l’allergia e potrà suggerire l’uso di farmaci sintomatici contro le oculoriniti e, specie quando in casa ci sono bambini, bonifiche ambientali che possono prevedere la rimozione – laddove possibile – di oggetti che facilitano la proliferazione dell’acaro: tappeti, cuscini e altro ancora.