Quasi il 90 per cento degli asmatici non si cura o si cura in modo totalmente inadeguato. Il dato – ribadito in occasione della ventiduesima Giornata mondiale dell’asma, lo scorso 7 maggio – viene da elaborazioni Health Search, l’istituto di ricerca della Società italiana di medicina generale (Simg). Organizzata dal Global initiative for asthma (Gina), la giornata è l’occasione per riflettere sulla scarsa aderenza terapeutica nell’uso dei farmaci inalatori, così importante per chi è affetto da questa condizione.
Chi è meno attento alla terapia
Secondo questi numeri, i pazienti diagnosticati ma non in trattamento sono sostanzialmente distribuiti in modo uniforme per fasce d’età e sesso. Tuttavia si rileva da un lato una lieve predominanza di maschi e dall’altro che le fasce anagrafiche maggiormente interessate da una mancata terapia cronica sono quelle più giovanili (entro i 44 anni), con un picco tra i 24 e i 34 anni. Le ragioni di questo fenomeno preoccupante sono molte, non da ultime le convinzioni ingiustificate circa l’inutilità di una terapia inalatoria e la difficoltà a seguire scrupolosamente le indicazioni del proprio medico, che talvolta non sono nemmeno comprese a fondo da parte del paziente.
Asma: cos’è e come si cura
L’asma è una malattia caratterizzata da infiammazione cronica che causa una variabile limitazione al flusso espiratorio e sintomi respiratori quali respiro sibilante, dispnea, sensazione di costrizione toracica e tosse. Le terapie sono inalatorie e in alcuni casi anche sistemiche. Tra le prime si distinguono quelle destinate alla risoluzione dei sintomi episodici, essenzialmente a base di farmaci broncodilatatori a breve durata d’azione, e le terapie controller, da utilizzare in maniera cronica e in grado di agire sugli aspetti fisiopatologici della malattia. Questi ultimi sono essenzialmente a base di antinfiammatori associati o meno a broncodilatatori.
Il rapporto medico-paziente
Nella terapia cronica è fondamentale l’educazione del paziente: diversi studi indicano come sia fondamentale un self management guidato, ovvero un addestramento del paziente e dei caregiver nella comprensione della malattia e dei sintomi così da arrivare a una buona aderenza alla terapia. Il tutto si dovrebbe concretizzare nella capacità del paziente di effettuare un’autovalutazione del picco di flusso espiratorio (Pef), eseguita secondo indicazioni del medico e con appositi strumenti, e nella modulazione del trattamento.