La relazione tra mamma o papà e bambino si costruisce, già nei primissimi attimi di vita, soprattutto attraverso i gesti e il contatto fisico. È con la corporeità che passa la percezione di accudimento e l’amore che, insieme, contribuiscono a un sano sviluppo psicoaffettivo. Uno dei momenti più importanti in cui queste dinamiche si verificano è il cambio del pannolino: questa operazione di igiene e cura del corpo è infatti molto più che una semplice azione quotidiana, è infatti un atto di comunicazione fisica.

L’importanza della relazione fisica

Il cambio del pannolino non dovrebbe avvenire frettolosamente, ma dedicando al piccolo tutto il tempo necessario: è peraltro un momento delicato, se non altro perché prevede il contatto con le parti più intime del corpo del piccolo. In questi momenti il bambino è vulnerabile e si affida a mamma e papà: gesti bruschi possono quindi causare stress al piccolo. Il bimbo infatti percepisce se, ad esempio, chi lo sta cambiando è preoccupato, ha paura di fargli del male o non si sente adatto al suo ruolo genitoriale.

Gesti fluidi e tanta calma

A tal proposito i pediatri e gli psicopedagogisti consigliano di adottare gesti calmi, fluidi e lenti durante il cambio, meglio se accompagnati dallo sguardo e dalla voce di mamma o papà che, calma e rassicurante, spiega cosa sta succedendo. Inoltre, quando cambiano il pannolino i genitori dovrebbero tenere a mente un aspetto: non stanno facendo qualcosa al bambino, ma con il bambino. Il piccolo deve cioè essere reso partecipe di ciò che gli sta capitando, e non passivamente pulito e cambiato: altrimenti il rischio è che si dissoci da ciò che capita al suo corpo, perendo la possibilità di utilizzare questo momento come una “palestra” in cui imparare a percepire le proprie sensazioni fisiche.

Comunicazione e collaborazione

Ciò è possibile restando all’ascolto delle esigenze del piccolo: le sue espressioni, i vocalizzi o i pianti, durante il cambio, devono farci capire ad esempio che occorre rallentare i movimenti. Oltre all’uso della parola, è sicuramente indicato cercare la collaborazione fisica del piccolo, magari assecondando i suoi gesti spontanei. Un esempio? Se il piccolo alza una gamba approfittiamone per mettergli un calzino, facendogli notare, con il tono di voce, l’utilità del suo movimento e complimentandoci con lui.

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