Il cielo nuvoloso rende tristi? Certamente se la passano peggio di noi gli abitanti di un luogo con una precipitazione annuale media di 11.871 millimetri: è quanto capita a Mawsynram, nello stato del Meghalaya (India), da tempo considerato il luogo più piovoso del globo. Per avere un raffronto consideriamo che le zone più piovose del nostro Paese, ovvero la fascia alpina e prealpina, toccano a malapena i 3500 millimetri annui. Niente a confronto dei quasi 57 gradi centigradi registrati il 10 luglio 1913 nella Death Valley (California) ed entrati nella storia come la temperatura più elevata mai registrata al mondo.

Come ci difendiamo dal brutto tempo

Ovviamente esistono condizioni meteorologiche più temibili di altre: le onde di freddo (ovvero repentini diminuzioni di temperatura) ma anche le variazioni nelle condizioni di piovosità e di irraggiamento solare hanno un peso determinante. «Certamente però sono le onde di calore le manifestazioni più pericolose in fatto di incidenza di malattie e di mortalità», mi ha spiegato tempo fa in un’intervista Vincenzo Condemi, bioclimatologo presso il Biometeolab, laboratorio di biometeorologia e bioclimatologia medica dell’Università di Milano. «Ad esempio l’estate 2003 in Europa occidentale e l’estate 2010 in Russia sono ricordate come particolarmente nefaste. Solo in Europa fu stimato un incremento di mortalità di circa 60mila soggetti». Certo l’organismo umano è in parte in grado di difendersi: «Siamo animali omeotermi, manteniamo cioè una temperatura costante all’interno del corpo», spiega Jean-Louis San Marco, docente di salute pubblica all’Università di Marsiglia (Francia). Ad esempio possiamo difenderci dal caldo grazie a un’arma efficace a mantenere il corpo attorno agli usuali 36,5 gradi di media: la sudorazione. Grazie al sudore, 100 millilitri di liquidi sono sufficienti a raffreddare di un grado un corpo di 70 chili.

Occhio al freddo!

Gli esseri umani sanno abituarsi al clima in cui vivono: si stima che la soglia termica oltre la quale si verifica un incremento della mortalità vari da Paese a Paese, passando dai 27 gradi del Belgio ai 40 della Spagna. In compenso siamo meno attrezzati al freddo: non possiamo sottrarci ai rigori invernali andando in letargo, come fanno alcuni animali. «Gli unici sistemi di difesa sono la pelle d’oca e i brividi», puntualizza San Marco. Così se il caldo miete vittime, a maggior ragione l’inverno con il freddo estremo non è da meno: aumentano infatti infarti, polmoniti e danni vascolari e cerebrali.